QUIRINO GASPARINI E DINTORNI

 

Conversazione con il violoncellista Flavio Bombardieri

 

 

Possiamo oggi accostarci alla figura del compositore gandinese Quirino Gasparini (1721-1778), personaggio ancora poco conosciuto, di area bergamasca, protagonista musicale in Italia nel corso XVIII secolo. Lo facciamo, illustrando alcune iniziative discografiche promosse nel passato e poi negli anni più vicini a noi, in compagnia di Flavio Bombardieri, violoncellista molto attivo in numerose formazioni strumentali a livello locale e non, protagonista di numerose esperienze esecutive promosse dalla nostra Associazione.

 

Maestro Flavio vuoi parlarci del tuo primo incontro con l’antico conterraneo musicista Gasparini?

La mia avventura iniziò con una telefonata nel lontano 2002 da parte del musicologo Marino Anesa: l’anno prima egli aveva pubblicato il volume “La celeste armonia. Vita musicale dal XVIII al XIX secolo”, (edizione promossa dall’Amministrazione Comunale di Gandino nell’ambito della collana “Monumenta Gandinensia”). Il colloquio rapidamente si focalizzò su come promuovere proprio Quirino Gasparini – personaggio coevo e più longevo del celeberrimo Mozart - figura allora a me sconosciuta, pur essendo io un musicista bergamasco. In seguito, mi domandai spesso perché proprio a me fosse capitata questa avventura musicale… La risposta è semplice, nella sua produzione musicale il Gasparini (come spesso era in uso fare in quel periodo) compose per due violini e violoncello.

 

Siamo dunque curiosi di conoscere qualcosa di più sull’origine di questi lavori strumentali del Nostro.

Volentieri…Si tratta di composizioni commissionate e dedicate in due situazioni diverse, una prima a Parigi dove vengono stampati nel 1755 i Sei trio accademici, ed in seguito più avanti negli anni a Londra i Sei trii per due violini e violoncello poi dedicati nel 1765 al Sig. Cavalier Baronetto Carlo Bingham. Nel frontespizio di questa edizione il commissionante Giuseppe Soderini chiede all’editore di scrivere:

 

“Signor Cavaliere

Alla Signoria vostra offro questi Sei

Terzetti del Gasparini in prova del mio

profondo rispetto e colla speranza che non

abbiano a spiacere al suo delicato gusto ed

ottimo discernimento. Sono con tutto

l’ossequio

Signor Cavaliere

Umilissimo suo Servitore

Giuseppe Soderini”

 

Io in quanto violoncellista avrei dovuto quindi dare alla luce queste composizioni in chiave moderna: inizialmente il tutto si finalizzava all’esecuzione di un concerto in omaggio al compositore gandinese, ma con i manoscritti alla mano e di conseguenza da esecutore che fremeva per capire “come suonavano” (in quanto non vi era traccia di incisioni discografiche). Con enorme stupore, una volta provati con curiosità insieme ai miei compagni di ventura, mi sentii emozionato per quanto “suonavano bene”!

Contattai subito l’ente promotore e proposi un’incisione discografica perché a mio avviso il materiale in mio possesso meritava un attenzione particolare. La mia proposta venne accettata di buon grado e così ebbe inizio l’avventura Gaspariniana.

 

Si trattò dunque di un’esperienza tutto sommato semplice o richiese un impegno particolare per le tue qualità di musicista?

Ricordo che agii con il “fai da te”, in quell’epoca internet e le offerte in rete non erano così organizzate e concorrenziali come oggi. Quindi ho dovuto sudare le proverbiali 7 camicie per trovare la sala di registrazione, il tecnico del suono, il consulente musicale, la casa discografica per la diffusione, predisporre il libretto con tutti i contenuti, contattare il grafico per l’impaginazione, SIAE e via discorrendo. L’impegno è stato apocalittico, so che mi sentivo morire…

Per la prima volta nella mia vita venivo proiettato “dall’altra parte della barricata”, io fino a quel momento ero sempre stato scritturato per incidere CD di musica classica, pop, jazz, colonne sonore dei film, e quindi dovevo solo discutere delle giornate lavorative e del cachet, niente di più, ma ora dovevo entrare nel ruolo del produttore avvalendomi di un budget predestinato. Il tutto chiaramente con i tempi stretti, perché entro il marzo del 2002 si doveva andare in scena, effettuare il concerto con CD da distribuire e tutto quello che comporta a livello organizzativo.

 

Vorrei finalmente chiederti come ti sei sentito una volta conclusa questa impresa…

L’operazione è stata tortuosa ma con un risultato eccellente. Questo progetto me lo sono sentito “dentro” perché sono convinto che la cultura passi anche attraverso questa tipologia di operazioni nate per la divulgazione di autori chiamati “minori” e soprattutto con diffusione e celebrità locali. A mio avviso invece di “minore” in questo caso s’è trovato gran poco! Dico ciò perché le melodie e la costruzione armonica tipicamente settecentesche di Gasparini richiamano alle orecchie autori del calibro di Haydn o Mozart, che anagraficamente arrivano, seppur di pochi anni, dopo il nostro Quirino. Cito Mozart perché un mottetto “Adoramus te” è stato attribuito per lungo tempo al compositore salisburghese, mentre in realtà era del Gasparini…La musica riserva sempre delle sorprese in tutto il suo essere e in tutti i suoi aspetti, ma è proprio in questi casi che si eleva lo spirito dell’essere umano.

 

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